Thomas De Quincey

Non è vero che un uomo si trasforma ubriacandosi. E’ da sobrio che è diverso!

Thomas De Quincey è stato uno scrittore e critico letterario inglese vissuto tra il XVIII e il XIX secolo. È noto soprattutto per la sua opera “Confessioni di un oppiomane inglese” e per il saggio “Delitto e Castigo”.

De Quincey, nel suo lavoro “Saggio sullo stile”, fa riferimento all’abitudine francese di bere vino durante i pasti, Inoltre, in un passaggio delle sue “Confessioni”, De Quincey menziona il fatto di aver bevuto del vino in compagnia di alcuni amici.

De Quincey era un grande estimatore del vino e spesso ne faceva menzione nelle sue opere. Nella sua autobiografia “Confessions of an English Opium-Eater”, ad esempio, descrisse il piacere che provava nel bere vino con gli amici e gli effetti positivi che il vino aveva sulla sua creatività.

De Quincey considerava il vino un’esperienza estetica e filosofica, che poteva stimolare la mente e aprire nuove prospettive sulla vita. In particolare, amava bere vini di alta qualità e apprezzava la loro complessità e profondità di sapore.

Tuttavia, De Quincey era anche consapevole dei pericoli del consumo eccessivo di alcol e ne parlava apertamente nelle sue opere. In particolare, descriveva l’esperienza dell’ubriachezza come un’esperienza disorientante e alienante, che poteva portare a perdere il controllo di sé e a causare danni alla salute.

Thomas De Quincey era un appassionato del vino, ma allo stesso tempo era anche consapevole dei rischi associati al suo consumo e cercava di mantenere un equilibrio nella sua vita. La sua riflessione sulla cultura del vino era quindi caratterizzata da una certa profondità e consapevolezza critica.

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