Vini della Sardegna

I vini della Sardegna: vini sardi DOC, DOCG e IGT

vini della Sardegna traggono origine lontano del tempo e risentono di tutte le dominazioni che questa isola meravigliosa ha avuto nel corso dei secoli..

I primi a portare il vino in Sardegna furono Fenici e Cartaginesi attorno all’ottavo secolo avanti Cristo importando vitigni antichissimi quali il Nuragus. Molti secoli dopo gli Spagnoli portarono con loro il Cannonau ed il Torbato mentre durante l’unione con il Piemonte durante la reggenza dei Savoia si unirono ai vini della Sardegna tipici vitigni piemontesi quali il Barbera ed il Sangiovese.

La coltivazione dei vini in Sardegna

La Sardegna è il territorio ideale per la coltivazione di vini pregiati: il suolo è ricco, il clima mediterraneo e mite fornisce all’uva tutto il sole necessario per giungere ad una completa maturazione, unico neo la presenza di un vento che soffia insistentemente in quasi tutti i periodi dell’anno.  Dal dopoguerra ai giorni nostri i vini in Sardegna hanno beneficiato di un ammodernamento dei metodi di produzione che si sono indirizzzati all’uso della spalliera e del tendone.

Le uve dei vini in Sardegna

Gli ettolitri di vini sardi prodotti ogni anno ammontano a circa 800.000 e derivano dall’utilizzo delle uve rosse Cannonau, Carignano, Nasco e Girò. Le uve bianche maggiormente utilizzate sono la Malvasia, il Moscato, la Vernaccia, il Vermentino, il Nuragus.

wines from the region of Sardinia in italy 2

I vini DOC della Sardegna

I vini DOC della Sardegna contano ben diciannove vini a denominazione di origine controllata tra i quali si distingue in Vermentino di Gallura che è ad origine controllata e garantita. Questo a dimostrazione di un patrimonio enologico di primo livello difficilmente eguagliato da altri territori.

Vini della Sardegna – Ad eccezione del Nuragus, tutti gli altri antichi vini sardi sono contraddistinti da un elevato tenore alcoolico; questa particolarità non consente di suddividerli in quattro famiglie, bensì in due: da pasto e da seconde mense.

I vini della Sardegna sono:

  • Vermentino di Sardegna
  • Vermentino di Gallura
  • Monica di Sardegna
  • Cannonau di Sardegna
  • Vernaccia di Oristano
  • Carignano del Sulcis
  • Alghero Torbato
  • Arborea Trebbiano
  • Campidano di Terralba
  • Girò di Cagliari
  • Malvasia di Bosa
  • Malvasia di Cagliari
  • Mandrolisai
  • Monica di Cagliari
  • Moscato di Cagliari
  • Moscato di Sardegna
  • Moscato di Sorso-Sennori
  • Nasco di cagliari
  • Nuragus di Cagliari
  • Sardegna Semidano

 

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Negli ultimi decenni, grazie anche alla riforma agraria, la Sardegna ha cominciato ad esprimere bianchi e rossi di media consistenza, quali il Trebbiano, il Sangiovese, il Barbera, il Sandalyon, il Mandrolisai, il S’eleme, il Logoduro, il Goceano ed altri, che si adattano al pesce o all’arrosto.

Come si è accennato, degli antichi vini solo il Nuragus ha una bassa alcoolicità, bassa per modo di dire perché i dodici gradi li tocca sempre.

S’intitola alle misteriose costruzioni di tal nome di cui l’isola è ricca, ha un sapore secco e acidulo, rivela una dose non comune di tannino; nel primo anno non si presta ad accompagnare il pesce, nel secondo si, però non sopporta che un piccolo invecchiamento.

Il Cannonau

Il vitigno rosso più diffuso è il cannonau, il quale copre all’incirca il venti per cento della superficie vitata dell’Isola; a seconda della posizione e dell’impasto dei terreni, fornisce vini con caratteri differenti. Il più buono ha un tenore alcoolico tra i sedici e i diciotto gradi, sapore asciutto o dolce ma sempre con punta amara e retrogusto di cioccolato, stoffa fitta e profumo di rosa sbocciata. Viene presentato con i nomi di Cannonau de su excelencia, Cannonau secco di Sorso, Cannonau di Jerzu, Cannonau del Campidano, Oliena, Capo Ferrato, Fior di Romangia, Perda Rubia, Rosa de Quirra, Rosso di Dòrgali.

I liquori della Sardegna

Nella collana dei liquorosi si ritrovano dolci e secchi, giallo aurati e rubini più o meno sbiaditi: il Dorato di Sorso, il Mònica, il Nasco, il Ninfeo, il Girò, l’Anghelu ruju, il Torbato e l’Embarcador.

Il vino Nasco ricorda l’ungherese Tokaj, il Mònica lo spagnolo Malaga, il Girò (da non confondere con il quasi omonimo Cirò calabrese) il Porto.

L’Embarcador sfoggia un dolce venato d’amaro, mentre con i suoi ventun gradi batte il record dell’alcoolicità.

Il Campidano e la Gallura producono il Moscato; il Cagliaritano si muove tra i quindici e i sedici gradi, il Gallurese va anche oltre e di frequente, per il naturale processo di fermentazione provocato dall’alta percentuale di zucchero, si trasforma in uno spumante di aristocratica finezza.

Vini  bianchi della Sardegna

I vini bianchi Vermentino di Gallura, Malvasia di Basa, Malvasia del Campidano e Vernaccia, quantunque perfettamente secchi, più che da pesce possono dirsi da dessert, sempre per il tenore alcoolico sostenuto.

Alla Vernaccia spetta il titolo di regina dei vini sardi. Esordisce con un colore paglierino, un sapore sgarbato e dolciastro, una stoffa scialba; giungendo in età matura comincia a manifestare i suoi pregi.

L’età matura è compresa tra i due e i quattro anni: allora il vino si veste di una calda tonalità dorata, appalesa un gusto acidulo, secco e leggermente amarognolo, sprigiona un profumo simile a quello del fiore della mandorla.

Di Vernacce in Sardegna se ne incontrano due: quella chiamata Vernaccia di Oristano o Vernaccia di Solarussa, in provincia di Cagliari, e la Vernaccia di Orosei nel Nuorese.

La prima, a giudizio degli intenditori, tocca la vetta della perfezione.

 

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Chi è l'autrice

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