Il vino è la bevanda degli dei, il latte la bevanda delle bambine, il tè la bevanda delle donne, e l’acqua la bevanda delle bestie.
John Stuart Blackie, filologo, poeta e professore universitario scozzese del XIX secolo, amava il vino e lo citava spesso nelle sue opere. In particolare, Blackie era un grande appassionato di vini greci e romani e ha scritto molte poesie e saggi in cui li elogia e li descrive con grande passione.
In uno dei suoi saggi, intitolato “Wine and Beer as Elements of Civilization” (Il vino e la birra come elementi di civiltà), Blackie sostiene che il vino è un elemento fondamentale della cultura e della civiltà umana, in quanto è legato alla convivialità, alla filosofia e alla letteratura. Blackie credeva che il vino fosse in grado di stimolare l’intelletto e la creatività, e che fosse un simbolo di allegria e di libertà.
In una delle sue poesie più celebri, intitolata “The Love of the Wine Cup” (L’amore della coppa di vino), Blackie descrive il vino come un elemento essenziale della vita sociale e spirituale dell’uomo:
“Come i fiori delle viti che si arrampicano sui colli, il vino rallegra il cuore dell’uomo e illumina la sua anima. Non c’è nulla di più dolce che condividere una coppa di vino con amici e compagni di viaggio, mentre il sole tramonta all’orizzonte.”
John Stuart Blackie amava il vino e lo considerava un elemento fondamentale della cultura e della civiltà umana. Lo citava spesso nelle sue opere, sia come elemento letterario che come simbolo di convivialità, di allegria e di libertà.