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Vino nell’antichità ne parla Erodoto
L’origine del vino alle pendici collinari ai piedi del Caucaso.
Esiste la testimonianza senz’altro autorevole di Erodoto. Lo storico greco racconta infatti molti dettagli il trasporto del vino a Babilonia per via fluviale lungo il corso dell’eufrate, che nasce nella catena del caucaso, la stessa del monte Ararat e scende unirsi con il Tigri per sfociare nel Golfo Persico.
Le imbarcazioni erano fatte con telai di rami di salice e pelli tese,trasportavano botti di egno di palma colme di vino.A Babilonia, scaricata la merce, i barcaioli recuperavano lepelli e tornavano via terra, a dorso d’asino, fino a luogo da cui erano partiti,dove costruivano altre barche per riprendere il viaggio.
La testimonianza di ERODOTO è la conferma che il vino è sempre stato uno degli elementi di maggior rilievo, insieme con le spezie, i metalli preziosi e i manufatti,di ogni forma di commercio.
Sono numerosi i relitti di navi trovati nel Mediterraneo, soprattutto orientale,con il loro carico comprendente le anfore vinarie. Le correnti di traffico collegavano la terra di Canaan, grosso modo gli odierni:
- Libano
- Istraele
- Egitto
- Cipro
- Creta
- Anatolia
- Grecia
Leggi severe disciplinavano la materia.
Dal codice di Hammurabi, il re che governò a Babilonia fra il 1792 eil 1750 a.C., sembra che il commercio vinicolo fosse riservato alle donne, con pesanti responsabilità.
Era prevista, infatti una, la pena di morte se una venditrice sbagliava il conto o se non riferiva alle autorità complotti o illeciti carpiti ai proprietari del suo locale. Terribile, infine, la pena per una sacerdotessa che avesse osato recarsi a bere in una mescita di vino: veniva bruciata viva.
Invece il codice ITTITA era meno rigido,anche se dedicava una paragrafo intero alle leggi sul vino, infatti la protezione dei vigneti era molto severa e prevedeva pene dure a chi faceva entrare il gregge di pecore nelle vigne.
In numerose tombe dell’antico Egitto, troviamo il soffitto decorato da dipinti che raffigurano vigneti a pergola carichi di grappoli.
Erano i sepolcri di dignitari preposti al controllo e alla produzione del vino o più semplicemente,di personaggi di un certo rango che amavano il vino. In qualche caso la pergola vuole raffigurare il posto dove l’aristocratico o il dignitario egiziano trascorreva il tempo.
Nella tomba di TUTANKHAMON, il giovane faraone del Nuovo Regno (1500 a.C), sono state ritrovate anfore di vino sigillate con tappi di cane e argilla dove erano incisi, oltre l’anno della vendemmia,anche il nome del proprietario e del cantiniere responsabile del prodotto, nonchè una serie di notizie che potremmo leggere oggi su un’etichetta moderna.