Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.
Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti.
Ernest Hemingway, noto scrittore americano del XX secolo, era un grande amante del vino. Durante la sua vita, Hemingway viaggiò molto e frequentò molte delle più famose regioni vinicole del mondo, come la Francia, l’Italia e la Spagna.
Nelle sue opere letterarie, Hemingway descrive spesso personaggi che bevono vino, e sembra che la bevanda abbia avuto un ruolo importante nella sua vita e nella sua creatività. Hemingway amava particolarmente i vini rossi robusti, come il Bordeaux e il Chianti, e spesso li abbinava ai piatti locali delle regioni che visitava.
Inoltre, Hemingway era un abile sommelier e un esperto di degustazione. Nel suo romanzo “Addio alle armi”, ad esempio, descrive dettagliatamente la degustazione di un vino in un ristorante di Milano. Hemingway credeva che il vino fosse un’arte e che il suo apprezzamento richiedesse la conoscenza delle tecniche di vinificazione e dell’arte dell’assaggio.
Hemingway era solito bere il vino in quantità moderate e con parsimonia, come parte di un pasto completo e con l’intento di apprezzarne appieno il gusto e l’esperienza. Questo atteggiamento responsabile verso il consumo del vino rispecchia la cultura vinicola europea, che Hemingway amava tanto.
In sintesi, Ernest Hemingway era un appassionato di vino e un conoscitore esperto della sua produzione e degustazione. Il vino ha svolto un ruolo importante nella sua vita e nella sua opera letteraria, rappresentando un simbolo di cultura e di tradizione in cui Hemingway si è immerso durante i suoi viaggi e la sua vita all’estero.