Il vino rappresenta la vera essenza del cuore dell’uomo, questo affermava il grande filosofo del “700” Rousseau e possiamo anche affermare il periodo in cui nacque l’enologia.
Il grande chimico, Lavoiser , riuscì a scoprire che l’alcool non è composto solo da olio ed acqua, come era il pensiero dominante ma si notò anche la presenza di carbonio, idrogeno ed ossigeno.
In seguito un altro chimico francese Chapital, applicò la chimica all’elevazione della quantità del vino: nacque l’enologia.
Il settecento è anche il periodo in cui dell’Enciclopedie di Diderot e d’Alembert, in cui alla creazione di questa grandiosa opera, collaborarono Rousseau, Voltaire etc.

I filosofi tenevano accese discussioni sulla proprietà e qualità del vino come medicamento.
Fu accettato il pensiero dei medici antichi, come Galeno e Ippocrate, che sostenevano che il vino era un’efficacia medicina per certe malattie, ed era utile usare la quantità necessaria per somministrare il vino appropriato per curare ogni specifica malattia.
Dai filosofi il vino veniva considerato un ottimo medicamento per le malattie dell’animo, ricordando che i rigorosi stoici greci, vedevano nell’umbriachezza del vino un modo per contrastare l’infelicità dell’anima e i continui momenti negativi che la vita ci dà.
Gli Enciclopedisti citavano le nazioni che più producevano il nettare del Dio Bacco ( Italia, Francia, Spagna, Germania etc…).

Autore: Principe Don Roberto d’Amato, Dottore in Giurisprudenza, Dottore in Scienze politiche ed economiche e sociali, Dottore in storia.