Nel vino voglio soffocare i dolori, al vino chiedo che faccia scendere negli occhi stanchi, consolatore, il sonno.
Albio Tibullo è stato un poeta romano vissuto nel I secolo a.C. e noto soprattutto per le sue elegie d’amore. Anche se non ha scritto molte poesie specificamente sul vino, questo tema appare in alcune delle sue opere.
In “Elegie”, una delle sue raccolte più famose, Tibullo parla del vino come una bevanda che può aiutare a dimenticare i problemi e le preoccupazioni della vita quotidiana. Inoltre, in una delle sue elegie, fa riferimento alla tradizione romana di bere vino durante le cerimonie matrimoniali.
In “Elegia IV” Tibullo scrive:
“Qui, infatti, adoro il vino, perché è una bevanda che lenisce il cuore, che invia via i problemi e ci fa dimenticare le nostre preoccupazioni. E quando lo bevo, penso che tutto il resto non sia niente.”
In generale, il vino era considerato un’importante parte della cultura romana, e anche se Tibullo non ne ha scritto molto, ha menzionato la sua presenza nella vita quotidiana e nelle cerimonie.