Alda Merini è stata una poetessa italiana del Novecento, nota per la sua poesia lirica e intensa che spesso affrontava temi come l’amore, la sofferenza, la follia e la solitudine.
Vino, gagliardo come la dea ragione.
Alcune viti crescono nel terreno sbagliato, altre si ammalano prima della vendemmia e altre ancora sono rovinate da un cattivo viticoltore.
Non tutta l’uva fa il vino buono.
A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la gente culmina nell’eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere, e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero.
Non ci sono molte informazioni riguardanti la relazione di Alda Merini con il vino. Tuttavia, in alcune delle sue poesie, il vino viene menzionato come simbolo di felicità, allegria e convivialità.
In particolare, nella sua poesia “La Terra Santa”, Alda Merini descrive il vino come un dono divino, che porta allegria e spensieratezza nella vita di chi lo beve:
“E a noi rimane il vino, la terra santa che il Signore ci ha dato. E il vino ci fa felici, e ci fa ridere e ci fa cantare all’unisono.”
In altre poesie, come ad esempio “Il Bar”, il vino è descritto come una bevanda che aiuta a dimenticare i dolori e i problemi quotidiani, come un modo per sfuggire alla realtà:
“E il vino che ti consola, e ti dimentica dell’amaro della vita, dei dolori dei tradimenti, delle illusioni perdute.”
