Un buon vino è come un buon film: dura un istante e ti lascia in bocca un sapore di gloria; è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore.
Federico Fellini, il celebre regista italiano, amava molto il vino e spesso lo utilizzava come elemento narrativo nei suoi film. In particolare, nel suo capolavoro “Amarcord”, il vino è un elemento costante della vita quotidiana della comunità di Rimini negli anni ’30.
Nella celebre scena del Carnevale, il vino scorre a fiumi e i personaggi si lasciano andare all’ebbrezza e alla follia.
Anche in altri suoi film, come “La Dolce Vita” e “I Vitelloni”, il vino è presente come simbolo della vita e della gioia di vivere.
Federico Fellini era un grande amante del vino, tanto da aver fatto un documentario nel 1964 intitolato “Il vino di Fellini”.
In un’intervista, Fellini ha dichiarato:
“Il vino è l’unico elemento che, bevuto con la giusta parsimonia, può darti il coraggio di guardare la vita in faccia”.
Fellini amava anche bere vini pregiati e spesso organizzava cene con amici e colleghi in cui si degustavano bottiglie di grande qualità.
Nel suo film “Satyricon”, ad esempio, c’è una scena in cui i protagonisti bevono un vino pregiato che sembra donare loro una sorta di potere mistico.
In sintesi, il vino era per Fellini un elemento importante della cultura italiana e della sua visione della vita. Lo utilizzava spesso nei suoi film come simbolo della vitalità, della spontaneità e della gioia di vivere, ma anche come strumento narrativo per descrivere le dinamiche sociali e culturali delle comunità che rappresentava sullo schermo.