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Le fonti storiche che concernano l’uso del vino nell’antica Grecia le possiamo attingere da due grandi poeti Greci (dove noi tutti abbiamo studiato il grande poema dell’Odissea) Omero ed Esodo di Ascra.
Omero e il vino
Grazie al sommo poeta Omero riusciamo ad avere fondamentali testimonianze sul consumo del vino e della sua rilevanza che aveva nella società greca antica, grazie sempre a lui siamo venuti a capire come venivano consumati i pasti e le abitudini alimentari dell’antico popolo degli Achei di quel preciso periodo storico.
Quando bevevano il vino i Greci?
I Greci praticavano una perfetta ripartizione della consumazione dei pasti durante tutto il giorno , cioè precisamente tre:
1) l’Ariston che corrispondeva alla nostra colazione, dove si mangiava pane e si beveva vino addolcito dal miele, se vi erano stati degli avanzi la sera precedente si finiva di mangiarli;
2) Il Deiphon, che equivaleva al nostro pranzo e si beveva vino per accompagnare le portate.
3) poi si aveva il Dorpon che equivaleva alla nostra cena, si capisce che il consumo maggiore di vino avveniva negli ultimi due pasti.
Il prestigio del Vino
La presenza del vino nelle mense della Grecia Antica aumentava il prestigio sociale, dato che per produrre questa bevanda venivano richiesti terreni e materiali di costo notevole, quindi possiamo definire l’ Antica Grecia come la vera grande terra di produzione del vino.
Verso il 600 A.C. i greci iniziarono a vendere il proprio vino in altri stati, iniziarono delle vere e proprie esportazioni.
Dove vendevano il vino i Greci?
Il primo paese che ricevette il vino greco oltre l’Italia, fu la Gallia del sud e precisamente Marsiglia che era stata fondata dai greci, in seguito i greci diffusero la coltura della vite in tutte le zone da loro colonizzate:
- Anatolia,
- Mar Nero,
- Coste Africane del Mediterraneo.
Dove producevano il vino i greci?
I Greci producevano diversi vini anche a causa delle varie zone che i micro climi avevano nel loro territorio, e gli innumerevoli vigneti che in queste zone erano floridi e rigogliosi, le zone migliori erano le seguenti:
- l’isola di Ithaca,
- l’isola di Ogigia,
- l’isola di Lemno.
Come coltivavano la pianta della vite i Greci?
I vignaioli greci avevano forme di coltivazione a pergola come facevano gli egizi e con lo stesso modo dai Romani, le viti erano lasciate libere di scorrere sul suolo, ed erano custodite con materiali di vari tipi (rami e stuoie), per sottrarre il contatto diretto dei grappoli con il terreno, ovviamente questa metodologia di coltivazione della vite faceva risparmiare ma richiedeva un notevole impiego di uomini per la lavorazione del suolo.
Nel periodo estivo sia gli uomini e le donne si prodigavano nelle vigne per eliminare il fogliame superfluo in modo che i raggi solari avessero più effetto, incentivando la maturazione dei frutti, creando una maggiore quantità zuccherina, molto utile alla vinificazione.
Come si svolgeva la vendemmia presso i Greci?
La vendemmia si svolgeva a settembre, si colmavano le ceste di uva, l’uva veniva sottoposta alla pigiatura, che avveniva in conche di legno d’acacia stagionato o in muratura leggermente piegate al fine di promuovere la colatura del mosto.
Quindi una minima parte del mosto veniva consumato subito, dopo che era stato aggiunto leggermente l’aceto, mentre la quasi totalità del mosto era destinato alla vinificazione. Il mosto veniva inviato alle cantine, le quali avveniva la fermentazione in grandi vasi di terra cotta (3,5 metri di altezza e un’apertura di un metro) chiamati pithoi.
Per impedire la traspirazione, i pithoi venivano sotterrati in modo profondo e veniva buttata esternamente la resina e la pece. Questa tecnica permetteva al vino di raggiungere un aroma gradevole, infatti anche oggi questa metodologia viene praticata sempre per arrivare a un gusto particolare.
Dopo sei mesi che il vino era stato nei pithoi, si procedeva alla filtrazione ed a mettere il vino in otri e anfore di terracotta con la punta per consentire la decantazione di probabili depositi e successivamente venduto.