Reciotto della Valpolicella

Reciotto della Valpolicella

La produzione del Reciotto della Valpolicella ha una lunga storia che risale all’antichità. La Valpolicella, la regione dove viene prodotto questo vino, è stata da sempre una terra di vigneti grazie al suo clima e al terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite.

La produzione del vino Reciotto della Valpolicella risale almeno al periodo romano, ma è soprattutto nel Medioevo che si ha la prima documentazione scritta dell’esistenza di questo vino. Nel corso dei secoli, il Recioto è stato considerato uno dei vini più pregiati d’Italia e veniva spesso regalato ai nobili e ai regnanti.

Nel corso del XX secolo, la produzione del Reciotto della Valpolicella è stata oggetto di importanti innovazioni e miglioramenti tecnologici. In particolare, la tecnica dell’appassimento delle uve è stata perfezionata e ha permesso di ottenere un vino ancora più concentrato e intenso.

Il vino Reciotto della Valpolicella è stato riconosciuto come denominazione di origine controllata (DOC) fin dal 1968 e come denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) nel 2010. La produzione del Recioto è molto limitata e viene prodotto solo in alcune zone specifiche della Valpolicella.

Oggi il Reciotto della Valpolicella è considerato uno dei vini più pregiati e apprezzati dell’Italia, grazie alla sua complessità aromatica, alla dolcezza naturale e alla capacità di invecchiare bene nel tempo. È spesso abbinato a dessert a base di cioccolato o a formaggi stagionati.

Il vino Reciotto della Valpolicella ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali nel corso degli anni. Di seguito sono elencati alcuni dei premi più importanti:

  • 2021 – 5 Star Wines The Book – il Reciotto della Valpolicella DOCG Classico di Masi Agricola ha ricevuto il punteggio più alto nella categoria vini dolci.
  • 2020 – Decanter World Wine Awards – il Reciotto della Valpolicella DOCG Classico di Tommasi Viticoltori ha ricevuto la medaglia d’argento nella categoria “Sweet Red over £15”.
  • 2019 – Vinitaly International Wine Competition – il Reciotto della Valpolicella DOCG Classico di Speri Viticoltori ha ricevuto la medaglia d’oro nella categoria “Vini dolci”.
  • 2018 – International Wine Challenge – il Reciotto della Valpolicella DOCG Classico di Allegrini ha ricevuto la medaglia d’oro nella categoria “Sweet Red”.
  • 2017 – Decanter World Wine Awards – il Reciotto della Valpolicella DOCG Classico di Azienda Agricola Monte dall’Ora ha ricevuto la medaglia di bronzo nella categoria “Sweet Red”.

Questi sono solo alcuni dei riconoscimenti che il vino Reciotto della Valpolicella ha ricevuto nel corso degli anni, dimostrando la sua eccellenza e la sua posizione di rilievo tra i vini dolci di tutto il mondo.

È riconosciuto con denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).

Composizione uve di produzione del Reciotto della Valpolicella

È prodotto mediante taglio di uve dei seguenti vitigni: Corvina veronese, Rondinella, Molinara. Non indico le percentuali di taglio che, pur essendo tradizionali, variano talvolta a seconda dei criteri di vinificazione adottati dai singoli produttori. A puro titolo informativo dirò che è consuetudine pressoché generale, aggiungere alle tre uve di base, altre dei vitigni Negrara trentina, Sangiovese, Rossignola e Barbera per un massimo del 10%.

Il colore

da giovane, è uno stupendo rosso granata assai lucente che assume riflessi aranciati intensi dopo qualche anno di invecchiamento.

L’odore

caratteristico e ampio, ricorda un poco quello aromatico della cannella.

Il sapore

asciutto, vellutato e carezzevole, propone al palato una leggera vena di amaro che coabita egregiamente, seppur in contrasto, con un caratteristico dolce.

La gradazione alcolica

elevatissima, va dai 13,5 ai 15°.

Invecchiamento

Il Recioto della Valpolicella è legittimamente annoverato tra i grandissimi vini italiani. Perché questo vino sia costantemente all’altezza del suo blasone è necessario che, fin dalla vendemmia, venga sottoposto ad uno scrupoloso ed attentissimo trattamento. Comincerò dunque col dire che le parti superiori dei grappoli (le cosiddette recie: da qui, la denominazione Recioto), dopo essere state recise dai tralci, debbono essere lasciate appassire al sole per 30 e talvolta per 40 giorni.

Trascorsi i quali avvengono la pigiatura (meglio se manuale, senza diraspatura), la fermentazione e la vinificazione vera e propria. A vinificazione conclusa, il preziosissimo fiore del Recioto entra in austere e stagionate botti di rovere per rimanervi circa 3 anni (qualche produttore scrupoloso dice anche 4), allo scopo di compiere un severo ciclo precedente all’affinamento. Condizione importantissima perché i 3 anni di sosta in botte siano la premessa di un sereno invecchiamento, è rappresentata dalla cantina: questa dev’essere mediamente umida, molto buia, lontana da rumori e a temperatura costante (13-16 °C).

Completata la lunga sosta in botte, il Recioto della Valpolicella verrà imbottigliato: ideali e tradizionali le borgognone scurissime che troveranno conveniente sistemazione in posizione orizzontale entro apposite nicchie o speciali contenitori (ricavate nel muro, le prime; prefabbricati, i secondi). E sarà proprio in bottiglia — dove riposerà 8-10 anni — che questo vino maturerà e si nobiliterà fino a raggiungere uno splendido invecchiamento.

Degustazione

La degustazione del Reciotto della Valpolicella deve essere preceduta da un particolare rituale: si porta la bottiglia a temperatura ambiente (22 °C), la si tiene tappata e in posizione semi-orizzontale (molto utili i famosi cesti porta-bottiglie in vimini), per almeno 8 ore.

Se il tempo di imbottigliamento non supera i 4-5 anni, basterà stappare la bottiglia e lasciarla aperta 5-6 ore prima di mescere; qualora si trattasse di vino molto invecchiato, sarà saggio stappare la bottiglia e, dopo 8 ore di acclimatazione, versarne il contenuto in una caraffa che dovrà essere tenuta scoperta per altrettanto tempo affinché il vino venga sottoposto a quel processo che gli enologi chiamano decantazione.

Abbinamenti

È indicatissimo con carni rosse alla griglia e alla brace, con brasati e stracotti, con selvaggina di penna (fagiani, starne, coturnici, quaglie) arrosto e allo spiedo; con selvaggina di pelo in salmis (lepre, capriolo, camoscio) e con formaggi piccanti.

Localita’ di produzione

sono nei territori di Valpolicella, Valpantena, Negrar, Marano di Valpolicella, Sant’Ambrogio di Valpolicella e Fumane (provincia di Verona).

 

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Chi è l'autrice

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