La vendemmia è la raccolta, già di per sé, non è un’operazione cosi semplice come sembra. Se il momento dev’essere determinato con tanta precisione, ciò è perché, nell’ultimo periodo della maturazione, il tenore zuccherino aumenta quotidianamente di venti grammi per litro di succo. Eppure, nessun segno esteriore consente di discernere tale trasformazione, i chicchi sembrano già giunti a maturazione.
Per il vignaiolo, grande è la tentazione di dare il via alla raccolta, tanto più che non tutti i rischi sono svaniti e che si può ancora temere la grandine, ovvero la muffa, se le piogge autunnali sono precoci.
Quando il tasso zuccherino migliore è raggiunto, si può dare il via alla vendemmia.
È inutile precisare che il grado di maturazione ottimale varia a seconda dei ceppi.
Ciascuno ha le sue caratteristiche. Le cose sono suscettibili di complicazione quando un vino deriva dalla vinificazione di vari ceppi, come è spesso nelle zone mediterranee. Se è impossibile fare la vendemmia a varie riprese, è importante trovare un compromesso soddisfacente.
Di recente si è sentito parlare di una macchina vendemmiatrice.
In effetti, ne esistono parecchie, particolarmente in California, e il principio è stato preso in esame anche in Europa.
La difficoltà consiste nel fatto che una macchina del genere richiede che tutti i grappoli crescano circa allo stesso livello, ed è per questo che nella maggior parte dei casi i viticoltori ritengono che la meccanizzazione della vendemmia sia incompatibile con l’elaborazione di un vino di qualità. Comunque, il fatto stesso che un tale studio sia stato intrapreso è la riprova che il reclutamento della manodopera pone gravi problemi.
Quando l’annata è precoce, è relativamente facile trovare il personale, dato che i ragazzi non sono ancora tornati a scuola e le giornate sono lunghe. Ma in ottobre, con la pioggia e le giornate che si accorciano, la buona volontà diventa merce rara.
I vignaioli e le loro famiglie si trovano a doversi aiutare l’un con l’altro, dal momento che bisogna pur raccogliere ogni giorno un minimo di uva per non lasciare i tini mezzi vuoti.
Per fare un esempio, in Francia, nel Beaujolais, certi contengono in media da settemila a ottomila chilogrammi di uva, e per ottenere risultati positivi occorre riempirli in due giorni al massimo. Dato che un vendemmiatore coglie in media quattrocento chilogrammi di uva al giorno, ciò rappresenta un minimo di dieci vendemmiatori, oltre a due uomini incaricati di disporre i grappoli negli appositi recipienti, altri due per trasportarli sino alla cantina e due cuochi per preparare i pasti.
In un vigneto medio di tre ettari di superficie, il raccolto sarà dell’ordine di sedicimila chilogrammi, e le sedici persone di cui sopra saranno occupate per quattro giorni. In mancanza di manodopera esterna, saranno necessari quattro vignaioli e relative famiglie per assolvere alla bisogna.
Il turno completo dei quattro nuclei occuperà dunque sedici giorni, e si capisce che non bisogna perdere tempo e lavorare anche di domenica e nei giorni di festa.